Paolo Volonté

Volonte_tastaturen

Qwerty or Dvorak

Ho scelto di attirare l’attenzione sulla tastiera perché è un esempio molto chiaro di come i processi di innovazione non siano mai lineari (dal meno funzionale al più funzionale). La tastiera che ancora oggi noi usiamo sui computer, e che si chiama QWERTY, è un residuo delle ere preistoriche della tecnologia della scrittura automatica, un po’ come il coccodrillo è un animale preistorico sopravvissuto fino a noi. Era stata inventata con lo scopo preciso di rallentare la scrittura, per evitare che le bacchette della macchina per scrivere si incastrassero giungendo sul tamburo contemporaneamente. E’ quindi diseconomica. Nel corso degli anni sono state proposte varie tastiere (come la Dvorak) che consentirebbero di risparmiare il tempo e la fatica di chi deve digitare, ma nessuna è riuscita a imporsi. Questo perché la QWERTY è ormai incorporata nelle dita delle persone, nei macchinari delle fabbriche e degli uffici, nel paesaggio culturale che ci circonda. A volte si innova per l’essere umano, ma delle volte bisogna farlo contro di lui.
© Paolo Volonté, 2015
Design: Marie Rothemund